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Il Castello di Canossa

Il complesso fu costruito verso la metà del X secolo da Atto Adalberto, figlio di Sigifredo da Lucca, di stirpe longobarda. Nel 950 Adelaide, vedova di Lotario Re d'Italia, si rifugia nel castello per sfuggire alla persecuzione di Berengario II, Marchese d'Ivrea che, volendola sposare al figlio Adalberto, assedia inutilmente Canossa. Ottone I, re di Germania, libera Adelaide e la fa sua sposa; favorisce quindi la fortuna di Atto Adalberto e dei suoi successori (gli Attonidi) creandolo dapprima Conte, poi Marchese.
Canossa svolse un ruolo centrale nella storia europea, al tempo della lotta tra Impero e Papato per le investiture dei vescovi, quando era retto dalla grande contessa Matilde.
L’immagine più famosa legata alla storia del castello è quella dell’imperatore Enrico IV, supplice in veste di penitente, in attesa di essere ricevuto da Papa Gregorio VII nel freddo gennaio del 1077. Enrico IV cercò di vendicarsi pochi anni dopo portando contro Matilde un potente esercito. Lo scontro, favorevole alla contessa, ebbe luogo in una vicina località dove fu poi edificata una chiesetta, tuttora esistente, chiamata, appunto, Madonna della Battaglia. Nel 1115 con la morte di Matilde per il castello inizia il declino, segnato dalle distruzioni del 1255 ad opera del comune di Reggio e del 1557, anno in cui Ottavio Farnese, alla guida di cinquemila fanti e ottocento cavalieri, demolì la rocca a cannonate.
Nel 1878 lo stato italiano acquistò i ruderi del castello dichiarandolo monumento nazionale. Le devastazioni degli uomini e del tempo, aggiunte a fenomeni franosi che hanno ridotto a un terzo l’originale estensione della piattaforma di arenaria su cui era stato costruito il potente castello di Matilde, hanno conservato della fortezza solo le tracce delle mura meridionali e della cripta di San’Apollonio, un tempio ricco di arredi e reliquie, cui era annessa una abbazia retta da monaci benedettini, poi svuotato e abbandonato già nel secolo XIII.
Un museo, completamente ristrutturato da recenti interventi, conserva materiale informativo e testimonianze del luogo, in particolare un prezioso fonte battesimale del XII secolo.

matildeMatilde di Canossa
La storia dei Canossa ha origine da Sigifredo, di stirpe longobarda, che proveniva da Lucca. Il discendente Atto Adalberto (morto nel 988) costruì per primo la rete di fortificazioni sui colli emiliani. A lui seguirono Tebaldo e l'astuto Bonifacio, il padre di Matilde. Assassinato Bonifacio nel 1052 e morti prematuramente un fratello e una sorella maggiore, Matilde rimase nel 1055, a nove anni, erede di un territorio che si estendeva dalla Toscana a Mantova. Sposata, per motivi politici, con un nobile della Lorena, Goffredo il Gobbo, restò pochi anni presso il marito. Tornata in Italia con la madre, si dedicò al governo del feudo nel momento in cui esplodeva il contrasto tra Papato e Impero. Ne furono protagonisti il monaco Ildebrando, acclamato papa nel 1073 col nome di Gregorio VII, e il giovane imperatore Enrico IV. Con la dieta di Worms, Ildebrando venne deposto e diffamato. Tra i seguaci dell'imperatore si distinse anche il marito di Matilde, che fu assassinato di lì a poco. I principi tedeschi, per ridimensionare il potere imperiale, mutarono poi il loro orientamento e al concilio di Tribur, l'imperatore, già scomunicato, fu duramente contestato. Per un chiarimento definitivo papa Gregorio si mette in viaggio per la Germania ma l'arrivo dell'imperatore lo induce a rifugiarsi al castello di Canossa sotto la protezione della fidata Matilde. Qui, dopo un lungo negoziato, il 26 gennaio 1077, Enrico, in veste di pellegrino, ottiene il perdono del Papa sotto le mura del castello. Umiliazione patita per convenienza politica, come dimostra l'immediata ripresa della lotta. Nel 1086 muore papa Gregorio. Nel 1088 Matilde sposa il giovanissimo Guelfo di Baviera, infelice matrimonio che durò sette anni. Nel 1092 le truppe di Matilde mettono in fuga, nel reggiano, tra Bianello e Canossa, l'esercito imperiale venuto per lavare l'umiliazione del 1077. Salvatasi dalla minaccia, Matilde si dedica a rafforzare e allargare il suo feudo. Sostiene l'edificazione di chiese e cattedrali, fa sorgere ospizi per poveri e partecipa in modo determinante alla nascita dell'Università di Bologna. Nel 1111 a Bianello incontra il nuovo imperatore, Enrico V, figlio del suo grande nemico, che la nomina vice regina d'Italia. Muore a Bondeno di Roncore il 24 luglio 1115 e viene sepolta nel monastero di San Benedetto in Polirone. Dal 1632 riposa a Roma, nella basilica di San Pietro, in un sarcofago monumentale realizzato dal Bernini.

 

L'Ars Canusina nasce come artigianato artistico a Reggio Emila pieve di Paullolia negli anni trenta nell'ambito di una iniziativa didattica per bimbi disabili. I motivi iconografici che lo caratterizzano sono tratti da elementi decorativi di epoca matildica, riprodotti in un repertorio stampato a cura di Maria Bertolani Del Rio nel 1935, recentemente ristampato. Si tratta di decorazioni tratte da capitelli, fonti battesimali, architravi, codici miniati, riconducibili a una tradizione carolingia e romanica che, in terra matildica, presenta alcune peculiarità locali. Il marchio, già utilizzato come contrassegno dal 1932, ha conseguito riconoscimenti e successo in ambito nazionale. Oggi numerosi artigiani producono manufatti di qualità secondo i rigorosi requisiti formali e di qualità dell'Ars Canusina. I campi di attività variano dall'oreficeria alla ceramica, alla terracotta "a tarsia", alla scultura, al ricamo e alla decorazione di tessuti. Il Comune di Casina, attualmente proprietario del marchio, lo concede in uso ad artigiani che si impegnano ad usarlo per connotare produzioni di alto livello qualitativo, nel rispetto del canone artistico codificato. Una commissione di tutela del marchio è stata istituita presso il Comune di Casina e ad essa ci si può rivolgere per ogni informazione (c/o biblioteca, tel. 0522.604712).

 

 

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    Aggiornato il 10/09/2008

 

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